mutui più leggeri, prestiti in ripresa


La decisione della Banca centrale europea di abbassare i tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso di riferimento al 2,25%, apre una nuova fase per famiglie, imprese e governi. Una mossa che produce effetti immediati sulle rate dei mutui, sulle condizioni per i prestiti e sul costo del rifinanziamento del debito pubblico, pur restando legata alle tensioni dei mercati internazionali.

Il primo effetto concreto riguarda i mutui a tasso variabile. Secondo le simulazioni di Facile.it e Mutui.it, la rata standard dovrebbe scendere di circa 17 euro, passando da 640 a 623 euro. Se la Bce proseguirà con i tagli nel corso dell’anno, entro dicembre la rata potrebbe ridursi fino a 598 euro, per un risparmio complessivo annuo di circa 500 euro. Anche per chi sceglie il tasso fisso si apre una finestra favorevole: secondo uno studio della Fabi, il tasso potrebbe assestarsi a breve intorno al 2,55%, ben al di sotto del 4% toccato nel 2023. La riduzione mensile stimata è di 76 euro su un mutuo da 100.000 euro a 20 anni, che diventano 81 euro su un 30ennale. Su un finanziamento da 250.000 euro a 30 anni, il risparmio mensile arriva a 203 euro, pari a oltre 2.400 euro l’anno.

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La riduzione del costo del denaro può rappresentare un incentivo agli investimenti. Il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese, secondo la Bce, è calato dal 4,3% di gennaio al 4,1% di febbraio. Parallelamente, la crescita dei prestiti alle imprese è risalita al 2,2%. Tuttavia, le banche restano caute: gli standard per l’accesso al credito si sono irrigiditi anche nel primo trimestre del 2025, a causa dell’incertezza economica che pesa sulle valutazioni del rischio.

In termini di finanza pubblica, la politica della Bce si traduce in un allentamento della pressione sul debito. Dall’inizio del ciclo di tagli, il rendimento del Btp decennale è passato da un massimo del 5% a fine 2023 a circa il 3,20% a dicembre 2024. Questo trend ha permesso all’Ufficio parlamentare di bilancio di stimare, lo scorso dicembre, un risparmio di 17 miliardi di euro nella spesa per interessi passivi nel periodo 2025-2029. Ma le recenti turbolenze sui mercati finanziari, con l’impennata dei rendimenti dei Treasury statunitensi, stanno avendo un riflesso anche sui Btp, che hanno visto il rendimento risalire al 3,65%.

Il nuovo scenario tracciato dalla Bce potrebbe offrire margini importanti per la ripresa, ma resta soggetto a molte incognite: dalla politica monetaria Usa, all’andamento dell’inflazione e della domanda interna. Per ora, però, le famiglie con mutui a tasso variabile e le imprese che cercano credito possono tirare un piccolo sospiro di sollievo.



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