Con oltre 23.000 domande presentate, l’edizione 2025 del FNC ha fatto segnare un record assoluto per quanto riguarda l’adesione e le proposte formative che sono state inviate nei termini previsi dal terzo avviso. Cresce l’interesse delle imprese e l’impatto dell’intervento: più di un milione di lavoratori in formazione, anche in ottica di assunzione.
Il Fondo Nuove Competenze ha chiuso la sua ultima finestra di candidatura il 10 aprile 2025. Ma cosa ci raccontano i numeri di questa terza edizione? È solo un successo quantitativo o c’è anche un cambio di passo nella qualità dell’investimento formativo? La risposta sembra chiara: le aziende stanno puntando sempre più sulla formazione strategica, coinvolgendo oltre 1 milione di dipendenti in percorsi che non solo aggiornano le competenze, ma si connettono direttamente con il futuro produttivo e occupazionale del Paese.
Lo conferma il dato di 23.105 domande presentate, sostenute da un plafond di 731 milioni di euro. Il 91,6% delle imprese ha attivato i progetti in sinergia con i Fondi Paritetici Interprofessionali, dimostrando una maturità sempre più marcata nella gestione condivisa della formazione.
FNC 2025: non solo aggiornamento, ma leva di occupabilità e innovazione
Non è solo la portata dei numeri a colpire: la struttura stessa dell’Avviso 2025 segna una svolta nella logica con cui si immagina la formazione aziendale. Per la prima volta, il Fondo Nuove Competenze viene anche utilizzato come strumento di politica attiva, permettendo alle aziende di formare non solo il personale già in organico, ma anche disoccupati preselezionati da inserire successivamente con contratti ad hoc. Sono ben 1.970 i lavoratori in questa categoria, a dimostrazione di come la formazione possa diventare ponte diretto verso l’occupazione.
Le imprese hanno potuto scegliere tra tre linee di intervento: singoli datori di lavoro (50% delle risorse), sistemi formativi con big player (25%) e filiere produttive (25%). Quest’ultimo aspetto è centrale: si favorisce la logica di rete, il dialogo tra PMI e grandi aziende, la co-progettazione di piani condivisi.
Dal punto di vista tecnico, i progetti prevedono percorsi da 30 a 150 ore, con rimborso orario dal 60 al 100% e copertura anche dei contributi previdenziali. La formazione avverrà durante l’orario di lavoro e sarà monitorata dai Fondi Interprofessionali, con bonifico del contributo alla fine dell’attività.
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